L’ RFID ormai è risaputo essere una tecnologia di identificazione molto flessibile e che può essere implementata all’interno di diverse realtà aziendali.

Negli ultimi anni, il settore Apparel&Retail è forse quello che conta il maggior numero di implementazioni eseguite e operanti.
Il settore medico/ospedaliero è un comparto che potrebbe ottenere numerosi vantaggi implementando sistemi a radio frequenza. Questo settore è molto complesso e caratterizzato da, spesso, molte inefficienze e operatività che comportano un elevato impiego di tempo/risorse.
In questo articolo tratteremo la case history di una struttura ospedaliera statunitense che, a inizio del mese di Aprile, ha deciso di implementare un sistema RFID di tracciabilità interno. Onestamente devo dire che le stesse operatività le avevamo analizzate nel 2013, come RFID SOLUZIONI, per una azienda ospedaliera italiana fermandoci però all’analisi teorica della soluzione. Anzi, non per vantarci, il nostro progetto inseriva anche una componente domotica che univa una sorveglianza degli accessi e/o dell’utilizzo di risorse a un’interessante risparmio economico generato, appunto dall’analisi degli accessi a sale, magazzini e stanze generiche della struttura ospedaliera.
Utilizzare la tecnologia RFID in questi ambiti significa implementare un sistema che può tracciare i cespiti aziendali, le forniture mediche, gli accessi degli operatori alle sale e ai magazzini e gestirne l’utilizzo intelligente della loro illuminazione, gestire in modo  preciso la documentazione dei pazienti e dei processi, gestire i punti di riordino dei prodotti a magazzino, generare un quantitativo enorme di dati che se analizzati con attenzione possono aiutare a migliorare l’efficienza della struttura, etc… Le peculiarità fisiche e tecniche della radio frequenza garantiscono a chi la implementa di innalzare in modo sensibile la propria efficienza, riducendo a zero l’errore umano.
La fase 1 del progetto citato a inizio di quest’articolo ha deciso di tracciare solo due tipi di articoli: gli stents e le protesi. Si è deciso di iniziare “solo” da questi due articoli in quanto ad essi, soprattutto in fase di utilizzo in sala operatoria, sono legati centinaia di altri prodotti/dispositivi che assolutamente devono essere presenti e disponibili, quindi eseguire una tracciabilità precisa di questi, implica un allargamento del campo di azione anche a tutti gli articoli ad essi correlati.
Ovviamente taggare ogni singolo articolo presente in un magazzino ospedaliero è un investimento non indifferente (un investimento che di suo resta sempre e comunque profittevole per chi decida di farlo), infatti la speranza di lungo periodo è che, in futuro, saranno i produttori a dotare di etichetta RFID i propri articoli.
Non ci resta che aspettare i dati reali ottenuti dopo un periodo di implementazione della soluzione e poi analizzarli, anche se mi sento sicuro nel dire che saranno positivi e che il ROI teorico calcolato a inizio del progetto sarà stravolto riducendosi in modo sensibile.