Senza voler entrare nello specifico di come una antenna viene realizzata, vogliamo in questo post presentare solamente alcuni concetti molto interessanti sui principi basilari.

I modi per la creazione delle antenne sono fondamentalmente due: etching e inchiostri conduttivi.

Etching
Con questa tecnica si esegue una rimozione selettiva di parti metalliche tramite agenti chimici. La procedura è molto simile a quella di creazione delle PCB tramite fotoresist oppure, molto grossolanamente, a quella di creazione delle diffusioni di silicio nei semiconduttori. Consiste nell’esposizione di pellicole metalliche conduttive ad agenti chimici in grado di, salvo aver preventivamente disegnato l’antenna sul materiale, ridurre il metallo scoperto e asportarlo. Il risultato è l’antenna metallica.
 PCB-etching
Figura 1: PCB creata con il metodo di etching
Inchiostri conduttivi
Il concetto è ancora più semplice del precedente poiché l’idea è quella di stampare l’antenna su di un supporto ricettivo. Usando inchiostri conduttivi il risultato è un perfetto circuito elettronico con il grande vantaggio di avere caratteristiche, quali l’impedenza del circuito, ad esempio, modulabili in base alla composizione percentuale dell’inchiostro stesso. Giocando sulle percentuali di argento o carbonio è possibile ottenere la conducibilità desiderata.
 conductive-ink
Figura 2: Immagine pubblicitaria circa la creazione di antenne RFId con inchiostri
Le due lavorazioni brevemente descritte sono molto complesse e delicate: i parametri elettrici sono molto suscettibili e, non da meno, devono essere accompagnati anche da caratteristiche meccaniche, quali robustezza e tenuta agli agenti esterni, non indifferenti. La differenza tra un RFId ed un RFId che funziona risiede proprio nella qualità delle tecniche descritte.
La fase successiva alla creazione dell’antenna risiede poi nel collegamento del microchip, come descritto nel post “quanto è piccolo un RFId”.