Ormai siamo a conoscenza di cosa sono i tag RFId UHF, ma facciamo comunque un piccolo ripasso.

UHF è l’acronimo di Ultra High Frequency, con questo nome si identifica il range di frequenze operative utilizzabili con questi tag (860-960 MHz).

Sono passivi, quindi senza dispositivi che li alimenti ( esempio batteria o cavi alimentazione), l’energia per poter leggere o scrivere è data dall’energia trasmessa dal campo magnetico sprigionata dal lettore/scrittore ( reader + antenna) la quale eccita la base metallica sulla quale è poggiato il chip. Questa logica è alla base di tutti i dispositivi RFId passivi.

Nel mondo dei pneumatici l’utilizzo dei tag RFId non è limitato ai tag sopra spiegati, infatti vengono inseriti anche transponder, sempre passivi, ma che sono in grado di monitorare una grandezza sensibile per il pneumatico quale la pressione. Questi dispositivi sono solitamente chiamati sensori TPMS ( Tyre Pressure Monitoring System).
Quindi, grazie all’utilizzo combinato di queste tecnologie sia di identificazione che di monitoraggio, i vantaggi logistici, di gestione e, di sicurezza accennati rapidamente nel precedente articolo sono perseguibili e raggiungibili senza grossi investimenti in attrezzature o per la formazione.
Sono sostanzialmente due i modi con i quali questi transponder sono accoppiati al nostro pneumatico:
– fisicamente al copertone ( generalmente in corrispondenza della spalla);
– fisicamente al cerchione.
La prima metodologia può essere applicata sia dal produttore in fase di produzione oppure dal cliente in un secondo momento. Questa consiste nel accoppiare il tag alla spalla copertone attraverso collanti a caldo, a freddo o processi di fusione ( es. vulcanizzazione). Il processo di accoppiamento è simile a quello che si esegue nel momento in cui si ripara un copertone forato, cioè applicando una toppa alla gomma. In questo caso il tag sarà in una posizione sicura da agenti atmosferici, dal calore e dallo sfregamento sull’asfalto.
Fissare il tag al cerchione, invece, è il secondo metodo utile per poter utilizzare transponder accoppiati ai pneumatici. E’ un metodo di accoppiamento non invasivo.
I brevetti relativi a questa tecnologia sono molti, ma resta l’esigenza al momento di normatizzare la tecnologia al fine di determinare gli standard. A riguardo la Michelin ha emesso un comunicato stampa in data Luglio 2013, nel quale apre i propri brevetti a tutti i suoi competitor al fine di agevolare la scelta di uno standard unico.
Nei prossimi articoli andremo a presentare i prodotti “intelligenti” dei maggiori produttori di pneumatici.