Con il termine OCA si vuole identificare una tecnologia molto innovativa che permette la costruzione dell’antenna di comunicazione del tag direttamente sulla superficie del chip RFId. OCA, acronimo di On-Chip-Antenna, permette di ridurre drasticamente le dimensioni del chip a pochissimi millimetri, permettendo la costruzione di tag dalle dimensioni paragonabili alla semplice “mattonella” di silicio che costituisce il cuore del transponder.

I dettagli costruttivi di un RFId di tale specie sono piuttosto scarsi, vista l’innovazione che rappresenta, ma possiamo catalogarli in due tipi:
  1. antenna disegnata su PCB e successivamente saldata al chip RFId
  2. antenna direttamente disegnata sul chip RFId stesso
Nel primo caso l’antenna può avere sostanzialmente qualsiasi dimensione, purché maggiore del chip RFId stesso, visto che quest’ultimo è saldato sulla PCB. Visti i supporti, lo spessore di tale “sandwich” non può solitamente essere inferiore al millimetro. Nel secondo caso, invece, l’antenna ricopre la medesima area del chip (o del case, sempre in base alla tecnologia utilizzata) e lo spessore può essere di molto inferiore al millimetro..
La figura sopra mostra un tag UHF Gen2 composto da un chip NXP G2XM e da un’antenna di FEC international, un chip maker Malese, il cui attuale obiettivo è proprio lo sviluppo di tag OCA. Le applicazioni sono molteplici: dalla tracciabilità di esseri viventi quali insetti, alla lotta alla contraffazione e l’autenticità di documenti.
Ovviamente le performance, in termini di distanza di lettura, di tali tag sono ridotte drasticamente a pochi millimetri: un’antenna del tipo descritto è infatti troppo piccola per riuscire sia a trasmettere le informazioni al reader quanto a ricevere l’alimentazione necessaria ad accendere il transponder su distanze maggiori.
Questo è il prezzo da pagare per avere un tag di pochi millimetri di diametro!